DEF vs SPREAD – Lo strumento politico per ribaltare i governi

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Il DEF presentato dall’ Italia non piace all’Europa.

Lo scenario che siamo stati abituati a vedere per anni era rappresentato dallo spauracchio dello spread, quando si alza bisogna tagliare servizi e ridurre i diritti dei lavoratori. E allora lo spread non è più un metro dei mercati, bensì diventa uno strumento politico per favorire determinati interessi invece di altri. Lo spread serve a salvaguardare gli interessi finanziari della zona Euro togliendo risorse alla collettività. E questo in passato lo abbiamo visto accadere, con il governo Berlusconi ( 2008 ) quando lo spread arrivò a toccare soglia 500, ed in quel momento arrivarono le richieste della BCE e furono riforme contro il popolo:

1)Riforma del sistema pensionistico ( le indimenticabili lacrime della Fornero )

2)Riforma della contrattazione collettiva, con l’unico effetto di poter ridurre meglio i salari

3) riforma sulla licenziabilità (art 18)

In questi anni abbiamo attuato politiche di austerità impegnando decine di milioni di € per salvare la zona Euro, soldi che si sarebbero dovuti investire per la collettività, la questione è prettamente politica, questo sistema europeo così come riformato da Monti in avanti ha creato delle regole tali per cui il cittadino deve pagare per sostenere gli interessi finanziari della zona euro e delle banche. Le coperture finanziarie ci sono bisogna solo avere la volontà di spenderle equamente e per il popolo

Fu lo stesso Andrea Orlando ex ministro della giustizia del governo Gentiloni a dichiarare che stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia e continua “Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di bypassare completamente le democrazie nazionali.

Io faccio soltanto due esempi. I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie di fronte al fatto compiuto.  

Faccio un esempio. La modifica – devo dire abbastanza passata sotto silenzio – della Costituzione per quanto riguarda il tema dell’obbligo di Pareggio di Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese. Fu il frutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale Europa, più o meno – ora la brutalizzo – disse: “O mettete questa clausola nella vostra Costituzione, o altrimenti chiudiamo i rubinetti e non ci sono gli stipendi alla fine del mese”. Io devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi vergogno di più di aver fatto. Io penso che sia stato un errore approvare quella modifica. Non tanto per il merito, che pure è contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di carattere Costituzionale“.

In uno scenario del genere i politici appaiono solo come burattini in mano ad un più alto burattinaio la BCE, che impone governi, leggi e riforme, attuando colpi di stato finanziari, assoldando qualunque forza politica sia disponibile a perorare la causa. Non bisogna sorprendersi se l’attuale governo e il suo DEF risultino indigesti all’Europa che si trova davanti non solo un’esecutivo fortemente rappresentativo ma che oltretutto perora le cause del popolo.